
Fu uno dei primi, su mandato dell’ONU, a cercare una mediazione di pace tra Israele e Palestina. Fu ucciso in un agguato a Gerusalemme nel 1948.
In queste ore, a Sharm el-Sheikh, in Egitto, si stanno svolgendo dei negoziati tra una delegazione che rappresenta il governo israeliano e una che rappresenta Hamas, organizzazione politica e militare palestinese con l’obiettivo di porre fine a quella che il governo israeliano chiama Guerra e che le Nazioni Unite definiscono Genocidio nell’area della Striscia di Gaza e della Cisgiordania. Al centro della trattativa ci sarebbero il rilascio dei prigionieri israeliani ancora nelle mani di Hamas, il rilascio dei prigionieri palestinesi nelle carceri israeliane e il futuro politico del territorio palestinese.
Mentre i giornali parlando del destino di questo piano denominato “Trump-Netanyahu”, noi di Slow News, come per le cose che restano di questa settimana, ti proponiamo un documento che ha più di un secolo e che per quasi tutte le persone che studiano la geopolitica di quella porzione di mondo è la chiave per capire ogni conflitto e ognuna delle cento pieghe che la Storia ha preso in quella zona che chiamiamo, a causa di un retaggio coloniale nemmeno troppo nascosto, Medio Oriente.
La cosa che resta di oggi è una mappa che rappresenta proprio quello spicchio di mondo: ci sono i territori di quello che oggi chiamiamo Turchia, Egitto, Giordania, Iraq, Siria, Libano e naturalmente anche di quelli che chiamiamo Palestina e Israele. In fondo a destra ci sono due firme. La prima è di un colonnello britannico di nome Mark Sykes, l’altra di un avvocato francese di nome François Georges-Picot.
È la mappa che rappresenta la spartizione del Medio Oriente decisa dalle potenze che facevano parte della Triplice Intesa (Regno Unito, Francia e Russia). Era il Medio Oriente come se lo immaginavano dopo che fosse caduto l’Impero Ottomano, crollato 6 anni dopo quelle firme, nel novembre del 1922. Ci sono tante cose significative che emergono da questa mappa e che la rendono più attuale di un live blog sulla trattativa di Sharm el-Sheikh:
Il titolo di un libro pubblicato nel 1989 spiega il significato di quel trattato di spartizione riuscendo a spiegare anche tutto quello che successe dopo, tra il 1917 e oggi. L’autore era lo storico statunitense David Fromkin e il titolo che scelse fu: A Peace to End all Peace, che in italiano possiamo tradurre con Una pace che pone fine a ogni pace.
Fu uno dei primi, su mandato dell’ONU, a cercare una mediazione di pace tra Israele e Palestina. Fu ucciso in un agguato a Gerusalemme nel 1948.
Ritrae mille mila bici che percorrono libere e sicure uno spazio che di solito è pericoloso e proibito a chi non è in automobile ed è una cosa che dovremmo rifare dovunque.
La cosa che vogliamo che resti di oggi, venerdì 3 ottobre 2025, è un testo effimero che tra meno di 24 ore sparirà, scritto dal cantante torinese Andrea Lazslo De Simone
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