Una pace che pone fine ad ogni pace

Slow News. Il primo progetto italiano di slow journalism.

In queste ore, a Sharm el-Sheikh, in Egitto, si stanno svolgendo dei negoziati tra una delegazione che rappresenta il governo israeliano e una che rappresenta Hamas, organizzazione politica e militare palestinese.

L’obiettivo dei colloqui è porre fine a quella che il governo israeliano chiama Guerra e che le Nazioni Unite definiscono Genocidio nell’area della Striscia di Gaza e della Cisgiordania. Al centro della trattativa ci sarebbero il rilascio dei prigionieri israeliani ancora nelle mani di Hamas, il rilascio dei prigionieri palestinesi nelle carceri israeliane e il futuro politico del territorio palestinese.

Mentre i giornali parlano del destino di questo piano denominato “Trump-Netanyahu”, noi di Slow News ti proponiamo un documento che ha più di un secolo. È una mappa che per quasi tutte le persone che studiano la geopolitica di quella porzione di mondo è la chiave per capire ogni conflitto, ma anche ognuna delle cento pieghe che la Storia ha preso in Medio Oriente.

La puoi guardare da qui: ci sono i territori di quello che oggi chiamiamo Turchia, Egitto, Giordania, Iraq, Siria, Libano e naturalmente anche di quelli che chiamiamo Palestina e Israele. In fondo a destra ci sono due firme. La prima è di un colonnello britannico di nome Mark Sykes, l’altra di un avvocato francese di nome François Georges-Picot.

Questa mappa rappresenta la spartizione del Medio Oriente decisa dalle potenze che facevano parte della Triplice Intesa (Regno Unito, Francia e Russia). Era il Medio Oriente come se lo immaginavano una volta caduto l’Impero Ottomano, crollato 6 anni dopo quelle firme, nel novembre del 1922.

Te la segnaliamo perché ci sono tante cose significative che emergono da questa mappa e che la rendono più attuale di un live blog sulla trattativa di Sharm el-Sheikh:

  1. La Francia voleva il controllo diretto del Libano e del sud della Turchia, più l’influenza diretta nella zona A, la Siria;
  2. Il Regno Unito voleva il controllo diretto del porto di Haifa (in rosso) e dell’Iraq (in rosa), più l’influenza diretta nella zona B, la Giordania.
  3. La Russia voleva il controllo dell’Est della Turchia;
  4. La Palestina, in giallo, sarebbe rimasta sotto il controllo di una non meglio specificata “forza internazionale”.

Il titolo di un libro pubblicato nel 1989 spiega il significato di quel trattato di spartizione riuscendo a spiegare anche tutto quello che successe dopo, tra il 1917 e oggi. L’autore era lo storico statunitense David Fromkin e il titolo che scelse fu: A Peace to End all Peace, che in italiano possiamo tradurre con Una pace che pone fine a ogni pace.

PDF
PDF
2 mesi fa

Cose che restano

Cose che meritano di non essere perse nel rumore di fondo della rete, che parlano di oggi e che durano per sempre
  • Articolo
    Articolo
    2 giorni fa
    La violenza e noi

    La cosa che resta di oggi è un articolo apparso sul Tascabile all’inizio del mese di dicembre, l’ha scritto Gianmarco Gronchi e si intitola La violenza e noi. È un lungo percorso che parte da un video sugli scontri violenti in Nepal che hanno insanguinato le strade del paese, ma anche portato, in poche ore, […]

  • Video
    Video
    4 giorni fa
    Fun to imagine

    La cosa che resta di oggi è un’intervista video del 1983 che è contemporaneamente un capolavoro di chiarezza, un sunto delle nozioni più importanti della fisica, e un inno alla curiosità, alla conoscenza e alla creatività. Si intitola Fun to imagine,  dura un’oretta e ha come protagonista è Richard Feynman, uno dei più importanti fisici […]

  • Newsletter
    Newsletter
    5 giorni fa
    La crisi culturale della borghesia italiana

    La cosa che resta di oggi è una puntata della newsletter S’é destra, scritta dal giornalista Valerio Renzi, che racconta, dal 2022, ogni settimana un pezzettino della storia nera dell’Italia ai tempi di Giorgia Meloni, concentrandosi soprattutto sulla storia delle idee e delle culture della destra italiana, di quali siano loro origini e di come […]

Leggi tutte le cose che restano