Il re è nudo
Appunti a margine dell’assemblea del 15 novembre 2025 all’università La Sapienza di Roma
In un trilogo dalla durata record è stato raggiunto un accordo informale e provvisorio sulle intelligenze artificiali e la loro regolamentazione in Unione Europea.
Fra il 6 e il 9 di dicembre del 2023 c’è stato un trilogo importante in Unione Europea, quello sull’AI Act. Il trilogo è un negoziato informale che riunisce rappresentanti del Parlamento europeo, del Consiglio dell’Unione europea e della Commissione europea. L’obiettivo di un trilogo è raggiungere un accordo provvisorio su una proposta legislativa accettabile sia per il Parlamento che per il Consiglio, i co-legislatori. Il trilogo è stato seguito con interesse da chi si occupa di politica, diritti e tecnologia, perché l’AI Act è una proposta di regolamento che non si occupa della tecnologia in sé ma dei suoi usi.
La comunità di lettrici e lettori è la nostra forza.
Il lavoro di regolamentazione dell’Unione Europea è iniziato già nel 2018. Nell’estate del 2023 avevamo introdotto anche su Slow News una spiegazione dei modi in cui l’AI Act si propone di intervenire.
L’ultimo trilogo è stato particolarmente intenso, prima di tutto per la durata – 37 ore, contate male, con una sospensione in mezzo: lo fa diventare uno dei triloghi più lunghi di cui si abbia traccia, a dimostrazione dell’importanza del tema.
Poi, per quel che si è saputo in termini di questioni discusse: come abbiamo raccontato, c’era di mezzo non solo la regolamentazione dell’addestramento dei modelli di intelligenza artificiale generativa, ma anche questioni legate alla sorveglianza e alla polizia predittiva. Durante il trilogo, sono emerse ulteriori indiscrezioni: stando a quanto si è letto, il Parlamento avrebbe ricevuto pressioni dal Consiglio per un testo di manica larga rispetto all’uso delle tecnologie di intelligenza artificiale proprio per la sorveglianza. Poi si è arrivati a un compromesso politico.
L’accordo, raggiunto a livello politico, dovrà ora essere finalizzato a livello tecnico nelle prossime settimane. Ciò significa anche controlli giuristi-linguisti e traduzioni. Una volta finalizzato, l’accordo dovrà essere approvato dal Consiglio e dal Parlamento prima di entrare in vigore (cosa che avverrà solo all’inizio del prossimo anno). Il testo sarà disponibile solo prima del voto in Parlamento.
Una volta votato e pubblicato sulla Gazzetta ufficiale dell’UE, l’AI Act sarà applicabile due anni dopo la sua entrata in vigore, salvo alcune disposizioni specifiche: i divieti si applicheranno già dopo 6 mesi mentre le norme sull’IA General Purpose si applicheranno dopo 12 mesi.
Sappiamo che c’è un accordo per vietare:
– sistemi di categorizzazione biometrica che utilizzano caratteristiche sensibili (es. convinzioni politiche, religiose, filosofiche, orientamento sessuale, razza);
– raccolta non mirata di immagini facciali da Internet o filmati CCTV per creare database di riconoscimento facciale;
– riconoscimento delle emozioni sul posto di lavoro e nelle istituzioni educative;
– social scoring basato sul comportamento sociale o sulle caratteristiche personali;
– sistemi di intelligenze artificiali che tentano di manipolare il comportamento umano
– le intelligenze artificiali utilizzata per sfruttare le vulnerabilità delle persone (a causa della loro età, disabilità, situazione sociale o economica)
Sappiamo, molto genericamente, che c’è un accordo politico perché alle aziende che sviluppano macchine che si basano su large language model venga richiesto di «aderire ai requisiti di trasparenza inizialmente proposti dal Parlamento. Questi includono la stesura di documentazione tecnica, il rispetto della normativa UE sul diritto d’autore e la diffusione di riepiloghi dettagliati sui contenuti utilizzati per l’addestramento».
I dettagli dell’accordo si possono commentare solo alla fine dell’iter di approvazione. Tuttavia, si leggono già speculazioni di vario genere, che spesso sembrano pensiero magico. Nell’era della gratificazione istantanea abbiamo bisogno di rallentare il giusto e di lavorare su basi solide. I documenti pubblicati, per esempio, sono molto meglio delle indiscrezioni. Ecco perché non commentiamo ancora l’AI Act.
Appunti a margine dell’assemblea del 15 novembre 2025 all’università La Sapienza di Roma
Mutualità, ricomposizione, intersezionalità: modi diversi di definire l’elemento decisivo che va recuperato per rendere efficace qualsiasi rivendicazione politica. Solo uniti si ottengono risultati. Una conversazione con Dario Salvetti.
Da Brandon Johnson e dalle piazze di Chicago a Zohran Mamdani e alla sua vittoria a New York: il grido di chi rifiuta i padroni e i bulli sta cercando di riprendersi l’America partendo dalla città.
Quando il potere e i giornali cercano di spiegarti che manifestare non serve vuol dire che manifestare sta servendo