È arrivato il momento di parlare dei visti Schengen

Ieri, davanti all’ambasciata italiana a Tunisi, capitale della Tunisia, si è tenuta una manifestazione di qualche centinaio di giovani studenti tunisini. Avevano fatto tutti domanda per un visto Schengen per motivi di studio e a tutti è stato rifiutato, come al solito senza spiegazioni, senza trasparenza, senza ragione apparente. Questo recitavano alcuni dei loro cartelli, in italiano e arabo:

“Da quando l’età è diventata un ostacolo per lo studio? Su quale base siamo stati rifiutati? Non ci avete mai specificato i criteri di rifiuto! Un test di lingua che diventa un test senza identità!”

“Non è vostro diritto interferire nella scelta della specializzazione accademica che dovremo perseguire. È nostro diritto determinare il nostro stesso destino accademico!”

“È vostro dovere concederci il tempo sufficiente durante l’esame! Trenta secondi non sono sufficienti per valutarci! Il nostro futuro non è un gioco nelle vostre mani!”

“No agli abusi verbali! No all’umiliazione e allo scherno! La nostra dignità è una linea rossa!”

La richiesta dei manifestanti era semplice: trasparenza nell’iter decisionale e diritto alla mobilità.

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