
Gli outsider sono fondamentali per le grandi innovazioni scientifiche, ma l’attuale sistema rende sempre più difficile il loro contributo.
Oggi ho acceso la tv generalista all’ora di pranzo. RaiUno, per la precisione. Mi sono sorbito un po’ ipnotizzato alcune pubblicità.
La prima era un’esaltazione dell’ippica come tradizione italiana – giuro – pagata con fondi pubblici di un Ministero per promuovere EQUTv. La seconda era un dialogo a quattro: due coppie eccitatissime perché notano una telecamera di sorveglianza. Una delle due coppie l’ha già installata in casa e va molto meglio, l’altra deve assolutamente farlo. Poi un regolabarba nei minimi dettagli come un vero Pro e poi non ricordo cos’altro perché ho iniziato a pensare, sbagliando.
Ho pensato che pago il canone Rai, che costa attualmente 7,5 euro al mese, anche se di fatto non ne usufruisco. Nonostante questo, se vedessi la tv generalista pubblica sarei sommerso da pubblicità indesiderate che, per giunta, veicolano valori nazionalisti e securitari di dubbio gusto.
Questo “servizio pubblico”, va ricordato, è in mano a scelte politiche che lo indeboliscono e lo fiaccano ormai da decenni – la lottizzazione è più vecchia di questa destra e pure di Berlusconi – e che fanno scelte sempre più conservatrici, se non reazionarie. È pagato con i miei e i tuoi soldi ma anche con quelli di aziende private e gestito dalla politica, che fa scelte anche culturali per imporre visioni egemoniche.
Preoccupati come siamo, qui, a ricordarci quanto non siamo liberi qui, ci dimentichiamo quanto non siamo liberi lì.


Gli outsider sono fondamentali per le grandi innovazioni scientifiche, ma l’attuale sistema rende sempre più difficile il loro contributo.

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Una delle cose che restano più dure e necessarie che abbiamo scelto in questa rubrica: non solo vale la pena di essere visto, ma ha bisogno di ognuno di noi per diffondersi

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