
Un articolo del 1972 uscito in Olanda che parla di qualcosa che a distanza di più di 50 anni, qui in Italia, è ancora la normalità.
Milano ha un problema enorme di convivenza tra persone e automobili, un problema che è reso evidente dal bilancio sempre più grave di morti e feriti che si registra sulle strade cittadine e che è in pericoloso aumento.
È un peccato, un crimine e persino un paradosso. Sì, perché ha una struttura che le permetterebbe di essere simile ad Amsterdam (e lo era, prima che i navigli venissero interrati quasi interamente tra il 1894 e il 1930), eppure di quella potenzialità non è restato quasi più nulla, visto che per decenni l’amministrazione ha permesso il totale asservimento della città al traffico automobilistico.
Le auto sono talmente onnipresenti, a Milano, che è parecchio difficile anche solo immaginarsi una città diversa, con spazio per i pedoni, per le biciclette, per i negozi, per i parchi e le aiuole. Ora però, grazie a un sito che appoggia a un software di Intelligenza Artificiale, immaginare al posto delle migliaia di carcasse di acciaio delle aiuole, delle biciclette e delle persone che passeggiano in sicurezza è semplicissimo, basta cercare la propria via su Google Maps e cliccare un pulsante.
Questo è quello che viene fuori provando a reinventare via Porpora, in zona Lambrate.
Questa è come è ora:

Questa è come potrebbe essere:

Ora che immaginarla è facile, resta da trovare una leadership politica che abbia il coraggio di farlo. Basta poco, basta veramente solo volerlo.


Un articolo del 1972 uscito in Olanda che parla di qualcosa che a distanza di più di 50 anni, qui in Italia, è ancora la normalità.

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