
La cosa che resta di oggi parla di cinema e di politica ed è un manifesto di 23 pagine, pubblicato nel 1969 sulla rivista Tricontinental
Abbiamo parlato tanto di infodemia: è una parola che ci siamo inventati durante un’epidemia (quella di Sars) e che poi è tornata di moda, per chi si occupa di media, durante la pandemia da Covid-19. L’idea alla base è che si producano troppi contenuti. In effetti, se ne producono tantissimi perché, come sappiamo, tutti possono produrre e distribuire contenuti a costi sempre più contenuti.
C’è un problema, però. Come spiega il rapporto preliminare del Centre for Media Pluralism and Media Freedom (CMPF), a fronte di una sovrapproduzione di contenuti potenzialmente irrilevanti – basta pensare ai vari filoni giornalistici che spostano più che altro indignazione e clic – o addirittura dannosi, sui temi rilevanti per le comunità locali – e dunque anche di rilevanza globale – c’è, paradossalmente, carenza di contenuti. È il news desert.
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Immagine realizzata con AI generativa, giocando sul concetto di news desert


La cosa che resta di oggi parla di cinema e di politica ed è un manifesto di 23 pagine, pubblicato nel 1969 sulla rivista Tricontinental

Mentre Sarkozy esce di carcere dopo meno di un mese, in Italia migliaia di detenuti soffrono “senza respiro” in carcere sovraffollate e sempre più pericolose

Un articolo del 1972 uscito in Olanda che parla di qualcosa che a distanza di più di 50 anni, qui in Italia, è ancora la normalità.

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