Se non si è retori consumati o cinici maestri di propaganda, parlare in pubblico significa semplicemente voler comunicare, manifestare le proprie idee a un uditorio più o meno pronto ad ascoltare e apprezzare il discorso. L’applauso arriva allora inaspettato, provoca in chi parla un’emozione a metà tra lo spavento, lo stupore e la soddisfazione. Ma i discorsi importanti, quelli con un pubblico ampio o un messaggio importante, si pensano con attenzione, si scrivono, si imparano, ci si studia una scaletta almeno, si intuiscono i punti in cui chi ascolta annuirà , le frasi in cui forse sarà vicino alla commozione, le massime che resteranno impresse per parlarne con gli amici o adatte a titolare un resoconto: più forte è la testimonianza, più ci si aspetta una reazione.
Oppure no?

Washington DC, Stati Uniti, 1968. Martin Luther King jr alla Marcia per i diritti civili. Foto originale di Rowland Scherman
Le domande che volevo porre a Pietro Pinna, in quanto primo obiettore di coscienza per motivi ideali, erano poche. Una di queste riguardava l’effetto della sua scelta sulla storia dâ€â€¦