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Cannabis, il Marocco fa la storia
Il primo finesettimana di giugno 2024 il Marocco ha fatto la storia: la vendita di prodotti derivati dalla cannabis legale è iniziata ufficialmente nelle farmacie del Regno.
Ad oggi, sono stati convalidati e poi registrati dalla Direzione dei Medicinali e della Farmacia (DMP) nove integratori alimentari e dieci prodotti cosmetici, acquistabili esclusivamente in farmacia. Secondo la legge 13-21, relativa agli usi legali della cannabis, alcuni trasformatori e produttori potranno aprire i propri punti vendita, a condizione che soddisfino specifici criteri legal e ottengano l’autorizzazione dell’ANRAC, l’Autorità di regolamentazione del mercato della cannabis in Marocco.
Quando il THC, il principale principio attivo psicotropo contenuto nella cannabis, è superiore all’1%, il prodotto è destinato esclusivamente all’industria farmaceutica, richiedendo la trasformazione in medicinale. Se invece è inferiore all’1%, le possibilità di lavorazione si estendono ai prodotti cosmetici, agli integratori alimentari, ai materiali da costruzione. Gli integratori alimentari devono contenere CBD, con un THC inferiore allo 0,3%, mentre i prodotti cosmetici devono essere realizzati con CBD e quantità di THC pari allo 0%.
Il giorno successivo, a Sidi Rehal, a sud di Casablanca, la polizia marocchina ha arrestato cinque persone e sequestrato 18 tonnellate di cannabis destinate al mercato nero: gli arrestati erano intenti a scaricare la merce da un camion, sistemandola bordo di alcuni piccoli gommoni. Negli ultimi mesi infatti, il Marocco ha intensificato la repressione del traffico illegale di cannabis sequestrando 10,7 tonnellate di cannabis a marzo nella città di Agadir, sulla costa atlantica. Lo scorso giugno ha sequestrato 19,5 tonnellate di resina di cannabis nascoste in un camion carico di polpo diretto in Spagna.
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Il Marocco è il più importante produttore di resina di cannabis del mondo e dal 2021 ne consente la coltivazione, l’esportazione e l’uso a scopo medico o industriale, ma non l’uso a scopo ricreativo. O, almeno, non ancora: il primo raccolto legale di cannabis prodotta in Marocco è stato di 294 tonnellate, nel 2023, e proviene tutto dalle 32 cooperative che riuniscono e rappresentano 430 agricoltori su 277 ettari di coltivazioni nelle zone montuose settentrionali del Rif di Al Houceima, Taounat e Chefchaouen. Quest’anno l’ANRAC sta esaminando la richiesta di 1.500 nuovi agricoltori che si sono organizzati in 130 cooperative per produrre cannabis destinata all’industria farmaceutica. La coltivazione della varietà autoctona locale, resistente alla siccità e conosciuta come Beldia, è iniziata a marzo. Finora sono operative due unità di trasformazione della cannabis legale e altre due sono in attesa di attrezzature, mentre 15 prodotti a base di cannabis sono in fase di autorizzazione per l’uso medicinale. Il Marocco sta anche cercando di attingere a un mercato globale in crescita per la cannabis legale e lo scorso anno ha concesso 54 permessi di esportazione.
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