
Alle radici di una parola che sembra antica, ma che è nata nel Novecento per definire un crimine “moderno”.
A distanza di due settimane dal Vertice Italia-Africa di fine gennaio non si ha alcuna notizia del Piano Mattei.
La Presidenza del Consiglio dei ministri, dopo il vertice, non ha consegnato ai media e alle organizzazioni non-governative e della società civile che hanno partecipato al vertice alcun documento da poter studiare. Ad oggi si conosce solo quello che avevamo riferito qui, una mezza paginetta con pochissimi riferimenti.
Da Palazzo Chigi, che ha in mano tutta l’iniziativa, ci hanno detto che al momento “non ci sono novità comunicabili” e che “si sta lavorando”. Stop. In realtà qualcosa di più c’è: il 12 febbraio, a due settimane dal vertice, è stato pubblicato un bando AICS (Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo) che stanzia 120 milioni di euro alle Organizzazioni della società civile, tra le quali rientrano anche diverse organizzazioni non-governative. Qui Nino Sergi, una vita spesa nella cooperazione e nel terzo settore, spiega la differenza.
Insomma, il primo atto del Piano Mattei è un bando che stanzia più fondi alle ONG e alle OSC. Siamo contenti: di solito sono i regimi autoritari a mettere i bastoni tra le ruote a questi enti di cooperazione. Di sicuro governo e presidenza del Consiglio peccano un po’ in coerenza: le ONG sono state accusate proprio dal governo Meloni di essere uno dei “pull factor” principali per i migranti subsahariani che tentano di attraversare il Mediterraneo. Siamo contenti che, nei fatti, il governo sembra avere cambiato idea.
Alle radici di una parola che sembra antica, ma che è nata nel Novecento per definire un crimine “moderno”.
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Il 16 settembre 2025, l’esercito israeliano ha lanciato una offensiva militare a Gaza, bombardando e occupando la città con truppe e carri armati.
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