La cosa che resta di oggi è un pezzo di intervista realizzata nel 1970 dal giornalista Sergio Zavoli allo scrittore Gianni Rodari, uno degli intellettuali più illuminanti del Novecento italiano, autore di fiabe, racconti e persino di una meravigliosa e rivoluzionaria (e consigliatissima) Grammatica della fantasia.
È uno spezzone di un circa un minuto che puoi vedere da qui, sul profilo Instagram di Teche Rai. I social ce lo hanno portato oggi davanti agli occhi solo perché è l’anniversario della sua nascita, ma è un discorso potentissimo che merita di restare.
«Dove c’è un errore di mio figlio, prima ci deve essere stato un errore mio. In qualche cosa, in qualche modo, non so dove e quando, se ha sbagliato lui prima devo aver sbagliato io», inizia Rodari. Il suo è un discorso sulla responsabilità dei genitori, ma è soprattutto un attacco frontale contro il paternalismo, ovvero una malattia molto italiana che oggi, quasi peggio che negli anni Settanta, caratterizza il discorso di gran parte della società: dai giornali alla politica, dalla scuola alla famiglia.
Secondo Rodari, sarebbe proprio quello l’atteggiamento che distrugge le giovani generazioni:
«Lo spirito critico è la cosa contro cui combattiamo noi genitori e, molte volte, i professori. […] I ragazzi hanno molti slanci, e noi li troviamo esagerati. I ragazzi hanno una capacità di dedizione, e noi diciamo loro “ma guarda, è pericoloso. Stai a casa, pensa ai fatti tuoi, non fare politica, non ti compromettere” e così facendo gli togliamo anche questo. Li svuotiamo».
Se il discorso di Gianni Rodari ti parla, ti consigliamo di rileggere tutto quello che ha scritto e prodotto nella sua vita. Puoi trovare tutto in libreria, meglio se indipendente. Dal sito della Rai puoi trovare anche altri contenuti video di Rodari, tutti gratuiti.
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