
Il leader abolizionista mauritano Biram Dah Abeid è stato (di nuovo) arrestato.
Si parla molto di intelligenze artificiali: come cambieranno il lavoro dei giornalisti – e non solo -, quali opportunità lavorative portano con sé.
Ma, in effetti, si parla poco o pochissimo di chi ci sta dietro. Non gli ideatori, ma tutti quei lavoratori che si occupano della parte più “umile” (passateci il termine), e che spesso vengono pagati poco, sfruttati, e non ricevono supporto adeguato.
Time riporta come Sama abbia sfruttato i lavoratori kenioti impiegandoli nel data labelling* per OpenAI, e più precisamente per “addestrare” ChatGPT a fornire risultati quanto meno tossici possibile.
Gli impiegati sono stati pagati tra l’1.35 e i 2 dollari l’ora, venendo peraltro spesso in contatto con contenuti particolarmente cruenti o disturbanti, senza avere a disposizione alcun tipo di sostegno psicologico.
Non è la prima volta che accade qualcosa di simile: lo sfruttamento in alcuni settori tech è infatti all’ordine del giorno, soprattutto per tutti quei lavori più “meccanici” che non richiedono competenze specifiche.
*Data labelling: processo di identificazione dei dati grezzi in modo da attribuire un significato a diversi tipi di dati al fine di addestrare un modello di apprendimento automatico.
Il leader abolizionista mauritano Biram Dah Abeid è stato (di nuovo) arrestato.
L’alcol è una delle sostanze psicoattive più consumate in Europa, dove il consumo medio pro-capite tra gli adulti di età superiore ai 15 anni nei Paesi UE è di 170 grammi di alcol a settimana.
La Farnesina conferma il rigetto della domanda di visto per tre dei collaboratori di Lokko e smentisce i commenti dell’ambasciatrice sull’essenzialità dei richiedenti.