Dovremo tutelare il nostro aspetto e la nostra identità?

Si può addestrare una macchina a creare un video talmente realistico da impersonarci? Sì. Si può.

E così, c’è qualcuno che – sicuramente anche per marketing della propria azienda e per dire di essere stato il primo a farlo – dice di aver chiesto di tutelare il proprio “aspetto”, o meglio, le versioni di sé generate da AI all’U.S. Copyright Office.

In effetti, si tratta di Tom Graham, il CEO di un’azienda in grado di produrre anche deepfake. Cioè video iper-realistici di persone che dicono o fanno cose che non hanno mai detto o fatto. O di persone che non esistono affatto. Qui puoi vedere un esempio.

«Le AI generative possono creare contenuti che sembrano reali,» ha detto Graham in un video, «e gli avatar di persone qualsiasi potrebbero essere inseriti in contenuti di terzi, senza consenso. Non è corretto, e non dovremmo mai perdere il controllo della nostra identità, privacy o dei nostri dati biometrici […] Spero che la registrazione delle versioni fotorealistiche di me stesso generate dalle AI potrà aiutarmi ad agire contro eventuali creazioni di AI non autorizzate in futuro».

È uno dei tanti problemi che dovremmo cominciare a porci.

News Flow

Ultimo aggiornamento 2 giorni fa
  • Articolo
    Articolo
    2 giorni fa
    Le armi a scuola sono normali negli USA

    Mercoledì 10 settembre, alla Utah Valley University, negli Stati Uniti, l’attivista di estrema destra americano Charlie Kirk è stato ucciso da un colpo di pistola sparato da un killer probabilmente appostato sul tetto della scuola. Kirk stava tenendo un incontro pubblico e stava difendendo la libertà di circolazione delle armi, sia nelle scuole che in […]

  • Video
    Video
    3 giorni fa
    Basta morti in strada

    Sabato 6 settembre, intorno alle 6 del mattino, un ragazzo di 25 anni è stato investito e ucciso da una persona — un poliziotto fuori servizio di 26 anni — alla guida di un SUV in via Porpora, a Milano. La vittima si chiamava Matteo Barone, abitava li di fianco e stava attraversando sulle strisce […]

  • Newsletter
    Newsletter
    4 giorni fa
    Un viaggio in Cina

    C’è una breve poesia scritta nel 1728 dal filosofo irlandese George Berkeley che si intitola Verses On the Prospect of Planting Arts and Learning in America e che finisce con una frase che sarebbe diventata celebre per la cultura pop quasi tre secoli dopo

Leggi tutti i Flow
Slow News, via email
Lasciaci il tuo indirizzo e ricevi gratuitamente solo le parti di Slow News che ti interessano: