
Prima o poi doveva arrivare un Barbero su Cose che restano, no? Quel giorno è oggi, il tema è la guerra lungo la storia dell’Umanità e come al solito è illuminante
A proposito di punti di vista storicamente sottorappresentati dal mondo culturale e dal mondo del giornalismo, questo è un bell’annuncio che arriva dal Collettivo di Fabbrica GKN.
«Ci siamo messi in testa di fare il primo Festival italiano di letteratura working class. E di farlo a Campi Bisenzio, presso la Gkn. Perché un festival che vive di storia della classe lavoratrice vive dove la classe lavoratrice prova a scrivere la sua storia. C’è stata finora una sola esperienza simile: il Working Class Writers Festival tenutosi a Bristol, nel Regno unito, nell’ottobre del 2021. Al contrario del festival di Bristol però noi non abbiamo alcun tipo di finanziamento né pubblico né privato e vogliamo che la fruizione del festival sia interamente gratuita».
Il Festival sarà organizzato dall’Aps Soms Insorgiamo, dal Collettivo di Fabbrica e dalle Edizioni Alegre, con la sua collana working class diretta da Alberto Prunetti.
Su Produzioni dal Basso è aperta una campagna di sottoscrizione per dare un contributo all’organizzazione del Festival.


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La cosa che resta di oggi è un articolo uscito ieri su Jacobin, firmato da Silvia Gola e Mattia Cavani, redattori e attivisti di Acta, intitolato Sfruttamento editoriale, il personale e il politico. Parla della precarietà del lavoro culturale prendendo spunto da uno sfogo dello scrittore Jonathan Bazzi di qualche tempo fa, ma mette al […]

La cosa che resta che scegliamo oggi viene da lontano, ha più di un secolo, è un testo scritto da Rosa Luxemburg nel 1906, si intitola Sciopero generale, partito e sindacato e parla di qualcosa di molto, molto, molto vicino a noi e che qui a Slow News abbiamo molto a cuore, ovvero la necessità […]

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