
La cosa che resta di oggi parla di cinema e di politica ed è un manifesto di 23 pagine, pubblicato nel 1969 sulla rivista Tricontinental
Per mesi, anni (da quando è stato proposto a oggi) la stampa e un pezzo di politica si sono concentrati su una cosa sola, quando hanno parlato di Reddito di cittadinanza: le persone che hanno commesso irregolarità.
E in effetti ci sono casi gustosi, che ti fa venir voglia di raccontare. Come, per esempio, il nullatenente settantenne che percepiva il reddito di cittadinanza e intanto possedeva una Ferrari, numerosi immobili e terreni di proprietà (vedi Il Sole 24 Ore). È una storia irresistibile, certo. Ma funziona anche per costruire consenso intorno a chi, il Reddito di Cittadinanza, non lo voleva proprio e oggi vuole prima ridurlo e poi cancellarlo.
I controlli, comunque, hanno rilevato che l’88% delle persone controllate era in regola. E un nuovo studio di Gianluca Monturano, Giuliano Resce e Giulia Valeria Sonzogno dimostra che – al netto delle storie singole – il Reddito di Cittadinanza arriva proprio nei luoghi più vulnerabili.
Andrebbe dunque migliorato, non cancellato.


La cosa che resta di oggi parla di cinema e di politica ed è un manifesto di 23 pagine, pubblicato nel 1969 sulla rivista Tricontinental

Mentre Sarkozy esce di carcere dopo meno di un mese, in Italia migliaia di detenuti soffrono “senza respiro” in carcere sovraffollate e sempre più pericolose

Un articolo del 1972 uscito in Olanda che parla di qualcosa che a distanza di più di 50 anni, qui in Italia, è ancora la normalità.

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