
Fu uno dei primi, su mandato dell’ONU, a cercare una mediazione di pace tra Israele e Palestina. Fu ucciso in un agguato a Gerusalemme nel 1948.
In un documento allegato alla legge finanziaria approvata dal Parlamento francese in prima lettura il 9 novembre scorso c’è uno lo stanziamento di un credito storico: si tratta di 6,1 milioni di euro da restituire alla “popolazione della Guinea Equatoriale”. È parte dei beni sequestrati in Francia al vicepresidente del Paese africano, Teodorin Nguema Obiang Mangue. Questa linea di bilancio dello Stato francese esiste dal 2022 ma, fino ad oggi, era rimasta vuota.
La somma stanziata segue un primo pagamento tramite trasferimenti di beni sequestrati a Nguema anni fa, automobili e altri oggetti di lusso messi all’asta dopo che lo stesso Nguema è stato condannato (nel luglio 2021 a 3 anni di reclusione e 30 milioni di euro di multa) per appropriazione indebita di fondi pubblici e riciclaggio di denaro. Il Ministero degli Esteri francese dovrà ora negoziare “con le autorità della Guinea Equatoriale sull’assegnazione di questa somma”.
Resta ancora irrisolto invece il sequestro più importante, il palazzo di avenue Foch a Parigi [nella foto] di proprietà dello Stato guineano, sede della sua ambasciata parigina ma, in realtà, alcova privata e superlusso dello stesso vicepresidente. Il quale è solo uno degli esponenti di un sistema familiare cleptocratico (cleptocrazia significa “il potere dei ladri”) che in Guinea Equatoriale è anche l’unico sistema economico esistente: tutto dipende, e tutto di fatto appartiene, alla famiglia Obiang. Ed è così dal 1979. Sarà quindi difficile trovare un ente guineano “terzo”, ovvero non inquinato dalle personalità di potere e del governo cleptocratico e violento di Malabo.
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Fu uno dei primi, su mandato dell’ONU, a cercare una mediazione di pace tra Israele e Palestina. Fu ucciso in un agguato a Gerusalemme nel 1948.
Ritrae mille mila bici che percorrono libere e sicure uno spazio che di solito è pericoloso e proibito a chi non è in automobile ed è una cosa che dovremmo rifare dovunque.
La cosa che vogliamo che resti di oggi, venerdì 3 ottobre 2025, è un testo effimero che tra meno di 24 ore sparirà, scritto dal cantante torinese Andrea Lazslo De Simone
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