
La cosa che resta di oggi parla di cinema e di politica ed è un manifesto di 23 pagine, pubblicato nel 1969 sulla rivista Tricontinental
È stata lanciata la prima grande campagna di vaccinazione di massa contro la malaria in Africa. La scorsa settimana, con una nota ufficiale congiunta, Gavi, Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e UNICEF, hanno annunciato l’iniziativa, già in corso, con le spedizioni del primo vaccino al mondo contro la malaria (RTS,S, approvato per la prima volta dal Ghana). 331.200 dosi sono arrivate a Yaoundé, in Camerun. Nelle prossime settimane, altre 1,7 milioni di dosi del vaccino verranno inviate in Burkina Faso, Liberia, Nigeria e Sierra Leone, a cui seguiranno altri Paesi africani nei prossimi mesi.
Si tratta della notizia più importante, in campo medico, dai tempi della penicillina: la malaria è la più importante parassitosi e la seconda malattia infettiva al mondo per morbilità e mortalità dopo la tubercolosi. Una malattia che fa delle zanzare, il vettore preferito del virus, gli animali più mortali del mondo.
Quasi ogni minuto, un bambino sotto i cinque anni muore di malaria. Nel 2021 si sono verificati 247 milioni di casi di malaria a livello globale, che hanno causato 619.000 morti. Di questi decessi, il 77% erano bambini sotto i 5 anni, soprattutto in Africa. L’incidenza della malaria raggiunge il picco più alto proprio nel continente africano, dove nel 2021 si sono registrati circa il 95% dei casi globali di malaria e il 96% dei decessi correlati.
Qui su Slow News ci siamo occupati diverse volte di malaria. Dal 2019, Ghana, Kenya e Malawi somministrano il vaccino secondo un programma di quattro dosi a partire da circa 5 mesi di età nei distretti selezionati come parte del programma pilota, noto come Malaria Vaccine Implementation Program (Mvip). In questi tre Paesi, oltre 2 milioni di bambini hanno ricevuto il vaccino contro la malaria, con un conseguente calo del 13% della mortalità nei bambini in età idonea a ricevere il vaccino, e una sostanziale riduzione della malaria e dei ricoveri.


La cosa che resta di oggi parla di cinema e di politica ed è un manifesto di 23 pagine, pubblicato nel 1969 sulla rivista Tricontinental

Mentre Sarkozy esce di carcere dopo meno di un mese, in Italia migliaia di detenuti soffrono “senza respiro” in carcere sovraffollate e sempre più pericolose

Un articolo del 1972 uscito in Olanda che parla di qualcosa che a distanza di più di 50 anni, qui in Italia, è ancora la normalità.

Un podcast settimanale per approfondire una cosa alla volta, con il tempo che ci vuole e senza data di scadenza.

È dedicata all’ADHD e alle neurodivergenze. Nasce dall’esperienza personale di Anna Castiglioni, esce ogni venerdì e ci trovi articoli, studi, approfondimenti, consigli pratici di esperte e esperti.

La cura Alberto Puliafito, è dedicata al giornalismo e alla comunicazione, esce ogni sabato e ci trovi analisi dei media, bandi, premi, formazione, corsi, offerte di lavoro selezionate, risorse e tanti strumenti.

La newsletter della domenica di Slow News. Contiene consigli di lettura, visione e ascolto che parlano dell’attualità ma che durano nel tempo.