Malaria, finalmente un'”epidemia” di campagne vaccinali

TAG:

Il governo del Benin ha ricevuto 215.900 dosi di vaccino RTS,S/AS01, farmaco che agisce contro la malaria. La consegna è avvenuta il 15 gennaio 2024 all’aeroporto internazionale Cardinal Bernardin Gantin di Cotonou e le autorità sanitarie beninesi inizieranno a somministrarle nei prossimi mesi.

Secondo il ministro della Sanità beninese Benjamin Hounkpatin  l’iniziativa “rappresenta un passo importante verso una vaccinazione diffusa” contro una delle malattie più mortali per i bambini in tutta l’Africa. Secondo il Ministero della Salute beninese la somministrazione del vaccino in aree altamente endemiche consentirà di controllare la diffusione della malattia e salvare decine di migliaia di vite ogni anno; la distribuzione del vaccino in Benin avverrà in particolare ai bambini di età inferiore ai due anni, che riceveranno quattro dosi ciascuno del farmaco: idealmente, la prima dose sarà somministrata ai sei mesi d’età, la seconda a sette, la terza a nove mesi e l’ultima a 18 mesi.

La malaria rimane endemica nel Paese africano, come in quasi tutto il continente ed è la principale causa di morte tra i bambini sotto i 5 anni, rappresentando il 40% delle visite ambulatoriali e il 25% di tutti i ricoveri ospedalieri solo in Benin: la combinazione della vaccinazione con altre misure per combattere la malaria, come l’uso di zanzariere impregnate di insetticidi, l’irrorazione dei residui interni, il trattamento preventivo intermittente per le donne incinte e l’uso di farmaci antimalarici, aiuterà a ridurre significativamente le morti legate alla malaria.

In tutta Africa, questa maxi-campagna di vaccinazione contro la malaria interessa per ora 12 paesi: Ghana, Kenya, Malawi, Benin, Burkina Faso, Burundi, Camerun, Repubblica Democratica del Congo, Liberia, Niger, Sierra Leone e Uganda. Nei primi tre paesi citati, quasi due milioni di bambini sono già stati vaccinati contro la malaria. Il 14 gennaio invece Capo Verde è stata dichiarata “libera dalla malaria” dall’OMS: erano 50 anni che un Paese dell’Africa subsahariana non otteneva questo status, a conferma di come il 2023 è stato un anno storico nella lotta dell’umanità contro la malaria.

Cose che restano

Cose che meritano di non essere perse nel rumore di fondo della rete, che parlano di oggi e che durano per sempre
  • Articolo
    Articolo
    6 ore fa
    Il conflitto nasce dal Noi e muore nell’Io

    La cosa che resta di oggi è un articolo uscito ieri su Jacobin, firmato da Silvia Gola e Mattia Cavani, redattori e attivisti di Acta, intitolato Sfruttamento editoriale, il personale e il politico. Parla della precarietà del lavoro culturale prendendo spunto da uno sfogo dello scrittore Jonathan Bazzi di qualche tempo fa, ma mette al […]

  • Articolo
    Articolo
    un giorno fa
    La lotta è unita, o non è

    La cosa che resta che scegliamo oggi viene da lontano, ha più di un secolo, è un testo scritto da Rosa Luxemburg nel 1906, si intitola Sciopero generale, partito e sindacato e parla di qualcosa di molto, molto, molto vicino a noi e che qui a Slow News abbiamo molto a cuore, ovvero la necessità […]

  • Social
    Social
    2 giorni fa
    L’egemonia culturale, spiegata dai pupazzetti

    L’egemonia culturale della classe dominante attuale è ancora più totalizzante e potente di quanto lo poteva essere un secolo fa, quando ne parlò per la prima volta Gramsci. È ora di spiegarla coi pupazzetti

Leggi tutte le cose che restano