Quel che rimane del verde romano
Molti cittadini di varie zone di Roma si stanno attivando per mettere in campo “esperienze di autogestione e cura del verde”.
«Chiediamo a chi presenta un libro di parlare della crisi climatica»
«Posso dirti perché siamo qui?».
Mi chiede così uno degli attivisti di Extinction Rebellion, che si avvicina quando scatto loro una foto.
«Vi conosco», gli dico. E mentre lo dico vivo il paradosso del giornalista che deve essere rigoroso ma che può anche prendere una parte, schierarsi, non essere indifferente. La parte che il giornalismo può prendere è quella di chi ha meno. Quella di chi pensa al futuro e di chi vuole costruire un mondo diverso.
E lui mi spiega: «Siamo qui perché vogliamo chiedere a chi presenta un libro al Salone di parlare della crisi climatica».
«Lo scrivo», gli dico, «e poi lo mando anche al direttore Mentana».
Il 19 maggio 2023 Mentana ha scritto su Facebook un post su Ultima Generazione e Extintion Rebellion, invitandoli ad andare a spalare il fango in Romagna.
Da quando le azioni di Ultima generazione e Extinction Rebellion si sono moltiplicate anche in Italia, è frequente vedere il giudizio da parte di chi insegna loro come si deve protestare, cosa si deve fare, dove si deve stare.
È paradossale perché, in effetti, Extinction Rebellion Faenza (una delle zone più colpite dall’alluvione in Romagna) è proprio dove deve essere. Proprio lì.
Molti cittadini di varie zone di Roma si stanno attivando per mettere in campo “esperienze di autogestione e cura del verde”.
La rigenerazione di Biccari, in Puglia, passa anche da una gestione innovativa del suo bosco. «Le foreste – per l’associazione Riabitare l’Italia – sono la più grande infrastruttura verde del paese» E i fondi Ue sono importanti per gestirle.
In Puglia lo sviluppo dei grandi impianti di energia rinnovabile sembra portare pochi benefici alle comunità locali, soprattutto quelle più marginali. Le Comunità Energetiche Rinnovabili, invece, potrebbero essere un mezzo per rendere giusta la transizione verde. Anche grazie ai fondi di coesione Ue.
Nella discarica dei fanghi rossi di Portovesme sono sepolti materiali pregiati dal valore di miliardi di euro. Eliminare i rifiuti ed estrarli è possibile, e il Just Transition Fund potrebbe avviare il progetto. Ma partire è molto complicato.