«Paradossalmente, questa è una contraddizione che il Pnrr accentua», commenta Elena Palma Silvestri, presidente de La Rada, un consorzio di cooperative sociali che gestisce molti asili nido comunali in provincia di Salerno. Qui, la Rada lavora con alcuni comuni che sono riusciti a partecipare ai bandi del Pnrr, a differenza di Acerra.
Rimasto escluso dai fondi del Pnrr, il Comune in provincia di Napoli può sperare nella programmazione 2021-2027 della politica di coesione Ue, quella ordinaria, che aveva già usato per costruire l’asilo nido frequentato da Kamsi Uriella.
Il Programma regionale Fesr Campania, infatti, conta su oltre cinque miliardi di euro, una parte dei quali destinati a «migliorare i sistemi di educazione, istruzione pre-scolare, primaria e secondaria». Tra le azioni finanziabili, si legge nel documento, ci sono anche «interventi di realizzazione, riqualificazione, ammodernamento, ampliamento di asili nido, sezioni primavera, asili nido aziendali e centri ludici per la prima infanzia».
Da un lato, i tempi dei bandi per avere i fondi della politica di coesione potrebbero essere meno stringenti di quelli del Pnrr, che sono stati da molti criticati per essere poco realistici. E questo potrebbe dare più possibilità al Comune di Acerra. Dall’altro, è importante immaginare degli interventi culturali per fare crescere la domanda di cura sul territorio. Altrimenti, il rischio è che si costruisca un nuovo nido, ma che i suoi posti risultino difficili da riempire. E il paradosso rischierebbe di riproporsi.