
I giganti industriali perdono soldi e gli Stati investono in armi, ma la soluzione è sempre la stessa: scegliere su cosa vogliamo investire per costruire un mondo sostenibile
I dati parlano chiaro: l’Italia è lontana, parecchio, dall’obiettivo stabilito per le emissioni di gas serra, che sembrano destinate ad aumentare ulteriormente nei prossimi anni a meno che non corriamo ai ripari e non facciamo cambiamenti radicali.
Miglioramenti ce ne sono stati, sia chiaro, ma non è ancora abbastanza.
A incidere particolarmente, spiega il rapporto ISPRA del 2023, che puoi scaricare qui, sono soprattutto i settori di trasporti ed energia – anche se quest’ultimo ambito ha registrato una riduzione del 21,8% dal 1990.
“Sebbene in questi settori negli anni a venire sono attese alcune riduzioni”, recita il comunicato stampa, “queste risultano ancora troppo contenute portando l’Italia a rimanere al di sopra degli obiettivi per tutto il decennio 2021-2030: secondo gli obiettivi proposti dalla Commissione europea, al 2030 le emissioni Effort sharing di gas serra dovrebbero ridursi del 43.7% rispetto ai livelli del 2005, mentre i nostri scenari ci indicano una riduzione di meno del 30%”.
Per quanto riguarda il settore dei trasporti – tra i più critici, come abbiamo visto -, ne abbiamo parlato e ne parliamo spesso, anche se preferiamo categorizzarlo con il nome mobilità.
Qui trovi una chiacchierata tra Andrea Coccia, Roberta Calcina ed Elisabetta Cibinel, sulla possibilità (futura? radicale? visionaria? necessaria? Lasciamo a te quest’onere) di inventare una mobilità sostenibile anche dal punto di vista energetico e ambientale.
E qui, un ulteriore approfondimento sul tema: lo Slow News Talk di Alberto Puliafito con Elena Colli.
20 aprile 2023


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