Oltre che per il loro impatto positivo sulla transizione ecologica, le comunità energetiche possono svolgere un ruolo importante nel contrasto alla povertà energetica, un fenomeno che, secondo le stime contenute nel Secondo rapporto dell’Osservatorio italiano sulla povertà energetica in Italia nel 2019, interessa circa 2,2 milioni di famiglie (l’8,5 per cento del totale). Nuclei che hanno difficoltà ad acquistare un paniere minimo di beni e servizi energetici o, in alternativa, un accesso ai servizi energetici che implica una distrazione di risorse, in termini di spesa o di reddito, superiore a un “valore normale”. «Questa situazione, unita alle conseguenze della crisi economica causata dall’epidemia da Covid-19 e dall’aumento dei prezzi dell’energia, come quello che si è registrato nell’ultimo trimestre del 2021, porterà un numero crescente di famiglie nella condizione di dover tagliare ulteriormente i propri consumi o di doversi indebitare per pagare le bollette», spiega Lorenzo Bandera, responsabile comunicazioni e relazioni esterne del Laboratorio di ricerca Percorsi di secondo welfare.
Un esperimento interessante di contrasto alla povertà energetica è quello che si sta sviluppando alla periferia di Messina. «Il progetto della Comunità energetica di Fondo Saccà si inserisce in un più ampio programma di riqualificazione sociale, urbana ed economica della periferia cittadina», spiega Gaetano Giunta, presidente della Fondazione di Comunità di Messina che, negli ultimi anni, ha speso molte energie per «liberare 200 famiglie dal degrado abitativo». Si tratta di circa 650 persone che fino a luglio 2021 vivevano ancora all’interno delle baraccopoli sorte dopo il terremoto del 1908. Abbattute le abitazioni abusive, all’interno di una di queste aree è sorto un “condominio orizzontale” formato da sette palazzine, ciascuna dotata di impianto fotovoltaico, che andranno a formare una comunità energetica il cui obiettivo dichiarato è quello di contrastare la povertà energetica. «Innanzitutto, c’è la componente di autoconsumo dell’energia prodotta», spiega Giunta «E se in un determinato momento stai producendo più di quanto consumi, cosa che succede ad esempio durante il giorno a una famiglia che lavora fuori casa, puoi accumulare l’energia e condividerla all’interno della comunità». Ma c’è di più: la comunità di Fondo Saccà, infatti, è dotata di un sofisticato sistema di gestione che permette «di mutualizzare l’energia secondo algoritmi sociali». In altre parole, il costo della bolletta elettrica verrà ripartito tra i condomini in modo proporzionale alla loro capacità di spesa: a prezzo pieno o con un risparmio minimo per chi ha risorse sufficienti, con sconti più o meno importanti in base al reddito, fino ad arrivare alla gratuità per le persone e le famiglie più fragili.
Per sostenere le famiglie che si trovano in povertà energetica o che rischiano di cadervi – aggiunge Lorenzo Bandera – sono necessari interventi a diversi livelli. Nel breve periodo servono sostegni economici a chi non può affrontare le spese per le bollette, ma nel lungo periodo occorre investire sull’efficienza energetica per rendere le abitazioni più performanti ed efficienti da un punto di vista energetico e ridurre così gli sprechi.