
Ma l’intervista di Repubblica al CEO di Airbnb fa finta che sia così, e parla di tutt’altro
Risulta sempre più evidente una linea comune dei media quando si parla di lavoro.
I giovani, secondo questa linea, hanno un sacco di pretese: sono sfaticati e preferiscono avere il finesettimana libero e ricevere il reddito di cittadinanza ad un lavoro onesto e ben pagato.
Di contro, spesso vengono glorificate delle storie (vere, false o presunte che siano) il cui fulcro è il sacrificio estremo in nome della performance lavorativa.
Ma non si tratta solo di giornalismo.
Quella del lavoro come unico obiettivo, o direttamente unica vita, sembra essere un’idea ben più radicata nella mente di molte persone: basti notare le levate di scudi generali quando si parla di provvedimenti come il reddito di base universale e simili.
Quando è iniziato tutto questo? Quand’è che, come società, abbiamo iniziato a dare alla carriera un peso tale da oscurare quasi tutti gli altri aspetti dell’esistenza?
Andrea Colamedici e Maura Gancitano hanno pubblicato un’analisi in merito su L’Indiscreto.
Ma l’intervista di Repubblica al CEO di Airbnb fa finta che sia così, e parla di tutt’altro
È uscito il secondo numero di A Fuoco, la newsletter su clima e disinformazione di Facta.news, Slow News e Pagella Politica.
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