La mediatizzazione
L’ecosistema dei media non ha anticorpi contro gli inneschi: ne è completamene ostaggio.
Cosa pensa di questa storia chi conosce a fondo le dinamiche dell’editoria italiana?
Il caso del Mondo al contrario di Roberto Vannacci è interessante per analizzare debolezze e problemi dell’ecosistema mediatico. E non solo.
Ho contattato anche Monica Rossi.
Monica Rossi è l’identità digitale su Facebook di una persona che si occupa di editoria e che ha pubblicato, proprio su Facebook, molte interviste a scrittrici e scrittori (con un paio di eccezioni da scoprire). Queste interviste hanno avuto un certo clamore nella bolla intellettuale; sono state seguite con piacere da molte persone – tra cui il sottoscritto; hanno anche contribuito a riportare alla luce quello che poi è stato ribattezzato come il “metoo della comunicazione”; hanno, infine, contribuito a un paio di iniziative benefiche.
Sul tema editoria, Monica Rossi ha mostrato enorme competenza e conoscenza specifica delle dinamiche. A partire dalle dinamiche promozionali e da uno dei vulnus dell’editoria libraria italiana: l’impossibilità di conoscere il numero di copie vendute da un libro.
Ho proposto a Monica Rossi tre domande. Eccole, con le relative risposte.
Prendendo per buono quello che si può trovare in rete, è risaputo che il signor Vannacci ha conseguito tre lauree, di cui una in scienze strategiche. Tre lauree non si prendono a caso.
Ho quindi motivo di credere che il signor Vannacci sapesse esattamente a cosa sarebbe andato incontro. A livello di comunicazione è stato eccezionale. Tre frasi shock, sempre quelle e fatte uscire non a caso in pieno agosto.
Può un libro basato su tre frasi arrivare primo in classifica? Evidentemente sì, perché in questo caso non si sta acquistando un libro ma si sta aiutando un caro amico che la pensa come te o un nemico contro cui scagliarsi.
L’amico lo leggi per supportarlo, il nemico lo leggi per abbatterlo.
Al di là del libro. Mi ripeto: al di là del libro.
Ma questo sul breve e medio periodo.
Sul lungo, se la sta giocando proprio adesso e ci sono troppe variabili per sapere come andrà a finire. Nel bene (per lui) molti libri venduti adesso, un buon contratto per il prossimo e forse un futuro in politica.
Siamo nel 2023 e siamo tutti sempre connessi.
Se dopo due giorni è stato pubblicato il nome, cognome e profilo TikTok della ragazza stuprata dal branco a Palermo, si poteva pensare di citare le frasi di un libro senza nominare titolo e autore? Sì, per carità, si poteva, ma dopo 5 minuti sarebbe venuto fuori comunque.
Ah, devi chiederlo alle case editrici.
Perché, nel 2023, gli scrittori non possono fare altro che fidarsi dei dati che le case editrici decidono di comunicare?
Tu sai dirmi Vannacci ad oggi quante copie ha effettivamente venduto?
No, non lo sa nessuno. E allora capita di leggere 30.000 copie, 100.000 copie e addirittura un milione di copie [su Twitter, il 31 agosto, un editor di Marsilio dice 73.000, per esempio. E si chiede anche da dove arrivi tutta quella carta, ndR]
“Ma quante saranno veramente?”
“Non lo so, ma se ne parlano tutti, anche solo per non sentirmi escluso e fuori dal mondo quel libro voglio leggerlo anch’io”
Questo è il ragionamento.
E tutto questo con tre frasi.
Bè, non so come Vannacci abbia preso queste lauree, ma la quarta ad honorem in scienze della comunicazione secondo me dovrebbero dargliela.
Il caso del Mondo al contrario di Roberto Vannacci è interessante per analizzare debolezze e problemi dell’ecosistema mediatico. E non solo.
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