La protesta delle auto contro le ciclabili a Roma si è bloccata da sola
Dimostrando molto plasticamente come il problema del traffico non sia la conseguenza di una politica della mobilità, ma della natura stessa delle automobili
Dimostrando molto plasticamente come il problema del traffico non sia la conseguenza di una politica della mobilità, ma della natura stessa delle automobili
Sì, ed è il motivo principale per cui è schierato quasi sempre dal punto di vista di chi ha di più, mentre tutti gli altri — che sono molti di più — restano sistematicamente esclusi.
Mutualità, ricomposizione, intersezionalità: modi diversi di definire l’elemento decisivo che va recuperato per rendere efficace qualsiasi rivendicazione politica. Solo uniti si ottengono risultati. Una conversazione con Dario Salvetti.
La mobilità è il diritto a vivere e a spostarsi per tutte e per tutti, non solo per chi viaggia su una automobile. Questo articolo del 1972 è una chiamata all’azione, per tutte e per tutti
Da Brandon Johnson e dalle piazze di Chicago a Zohran Mamdani e alla sua vittoria a New York: il grido di chi rifiuta i padroni e i bulli sta cercando di riprendersi l’America partendo dalla città.
Dietro la cronaca degli sfratti c’è una verità strutturale: la crisi abitativa italiana è il prodotto di scelte politiche che hanno reso la casa una merce e non un diritto.
E se le vediamo così, cambia davvero tutto
Se sei neurodivergente, a sopravvivere.
Ogni giornale è un’operazione politica, anche Slow News. Ma Slow News non viene da nessun partito e non nasconde da che parte si schiera: quella di chi non ha voce

Un podcast settimanale per approfondire una cosa alla volta, con il tempo che ci vuole e senza data di scadenza.

È dedicata all’ADHD e alle neurodivergenze. Nasce dall’esperienza personale di Anna Castiglioni, esce ogni venerdì e ci trovi articoli, studi, approfondimenti, consigli pratici di esperte e esperti.

La cura Alberto Puliafito, è dedicata al giornalismo e alla comunicazione, esce ogni sabato e ci trovi analisi dei media, bandi, premi, formazione, corsi, offerte di lavoro selezionate, risorse e tanti strumenti.

La newsletter della domenica di Slow News. Contiene consigli di lettura, visione e ascolto che parlano dell’attualità ma che durano nel tempo.
s. f. [dall’inglese intersectionality, dal. lat. intersectio -onis, “incrocio, interruzione”] <inter.set.tsjo.naliˈta>
1. teoria e pratica critica che riconosce come le diverse forme di oppressione — sessismo, razzismo, classismo, abilismo, transfobia, xenofobia, ecc. — non agiscano separatamente, ma si intersechino generando esperienze uniche di marginalizzazione. Il termine nasce nel femminismo nero statunitense, in particolare nei lavori della giurista Kimberlé Crenshaw, che nel 1989 scrive: «any analysis that does not take intersectionality into account cannot sufficiently address the particular manner in which vlack women are subordinated». 2. l’i. si è poi affermata anche in ambito sociologico come chiave teorica per analizzare le strutture interdipendenti di potere e privilegio, ma ha trovato spazio anche nella letteratura e nella cultura pop, talvolta come codice generazionale o segnale di consapevolezza sociale. Rifiuta l’universalismo astratto e rivendica la complessità concreta, storica, situata delle vite. 3. Nei contesti istituzionali e aziendali, l’i. rischia di essere assorbita come buzzword: svuotata di radicalità, trasformata in uno strumento di marketing inclusivo che non mette in discussione rapporti di potere. Inoltre, è un concetto complesso e si presta a minimizzazione o ridicolizzazione. 4. per Slow News, l’i. è un criterio politico e giornalistico: significa raccontare il mondo tenendo conto di chi viene sistematicamente escluso dai racconti. Non è una lente “in più” da applicare, ma un modo di stare al mondo che intreccia consapevolezza, cura e conflitto.