Gaza, se la cura è lo sterminio (2 anni dopo)
Oggi Slowly parte da un articolo di Laura Silvia Battaglia che abbiamo pubblicato 2 anni fa e che è sempre più attuale: lo sterminio è diventato genocidio
Oggi Slowly parte da un articolo di Laura Silvia Battaglia che abbiamo pubblicato 2 anni fa e che è sempre più attuale: lo sterminio è diventato genocidio
Lavorare è sano solo se fa da contorno a tutto il resto. Quando è il resto a diventare contorno diventa una dipendenza molto pericolosa.
Non servono tutti quei dati per il contributo d’accesso
Il processo per trasformare l’ex aeroporto di Vicenza in un luogo vissuto dalla cittadinanza e utile per l’intera città è ancora in corso. Ma avanza. Ed è un esempio interessante per tanti spazi simili in Italia ed Europa
Soluzioni per contrastare lo spopolamento
L’idea del Parco della Pace di Vicenza, per essere realizzata, ha fatto i conti con i cambiamenti politici alla guida della città. E la partecipazione di cittadini e cittadine ne ha risentito
Gaza oggi è un malato terminale. E il rischio che venga spazzato via tutto, compresa ogni sua componente sana, umana, dignitosa, è reale.
È dedicata all’ADHD e alle neurodivergenze. Nasce dall’esperienza personale di Anna Castiglioni, esce ogni venerdì e ci trovi articoli, studi, approfondimenti, consigli pratici di esperte e esperti.
La cura Alberto Puliafito, è dedicata al giornalismo e alla comunicazione, esce ogni sabato e ci trovi analisi dei media, bandi, premi, formazione, corsi, offerte di lavoro selezionate, risorse e tanti strumenti.
zona rossa s. f. [comp. di zona e rosso, colore connotato di pericolo] <ˈdzɔna ˈrossa> 1. delimitazione fisica e concettuale di uno spazio interdetto, controllato, emergenziale. Nasce in ambito militare, si espande alla protezione civile, si cristallizza per contenere le proteste politiche e il dissenso. Nel 2009 L’Aquila ha avuto due z. r. contemporaneamente: una era quella delle aree inagibili per il terremoto. L’altra quella delle aree interdette per il G8. 2. la z. r. stabilisce chi può entrare e chi deve restare fuori. Confine mobile, ma non neutro: ogni barriera produce esclusione. 3. imbolicamente, la z. r. disegna il territorio dell’eccezione. È il luogo del rischio e del contagio, della colpa e del sospetto. Chi sta dentro senza autorizzazione è potenzialmente pericoloso o vulnerabile, chi sta fuori è potenzialmente innocente. 4. nel discorso pubblico, la z. r. giustifica l’intervento, la sorveglianza, la sospensione temporanea dei diritti. Una semplificazione narrativa utile a mantenere l’ordine, ma spesso costruita su base politica 5. ogni z. r. ha un fuori campo. Non esiste senza una mappa, e ogni mappa è un atto di potere. Chi disegna la z. r. disegna anche il potere.